Situato nel cuore della città, il Convento della Riforma ha vissuto una storia tumultuosa e affascinante, con un continuo passaggio di gestione e di finalità. Originariamente, il convento era sotto la guida dei Frati Minori Riformati di Sant’Antonio da Padova, ed era strettamente legato al prestigioso Maggior Convento Antoniano di Pietrafitta. Tuttavia, nel 1631, un cambio di direzione portò i frati minori Riformati, seguaci della regola di San Francesco d’Assisi, a prendere le redini del convento.
Con il loro spirito di carità e di servizio, questi frati introdussero nel 1650 il banco frumentario e il banco dei pegni, strumenti vitali per sostenere le famiglie contadine più bisognose, in un periodo di grandi difficoltà economiche.
Tuttavia, le sorti del convento furono segnate da alti e bassi: nel 1808, la soppressione ordinata da Gioacchino Murat portò ad una temporanea chiusura. Sebbene il convento fosse stato riaperto nel 1816, fu nuovamente chiuso appena dieci anni dopo.
La sua storia non finì lì: nel 1864, il convento assunse un ruolo civico, diventando per un breve periodo la sede della casa comunale. Questo cambiamento testimonia l'importanza centrale che il Convento della Riforma ha sempre avuto nella vita cittadina, sia come luogo di spiritualità che come fulcro della comunità.